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Il regno del pianeta delle scimmie, riparte la saga con un capitolo curioso. Ma sono troppi i luoghi comuni – MYmovies.it

Wes Ball realizza alcune buone sequenze spettacolari ma con simbologie trasparenti e dialoghi stentati. Al cinema.
di Andrea Fornasiero
Sono passate generazioni dalla morte del primo leader delle scimmie senzienti, Cesare, e ora i primati hanno il controllo del mondo, ma non hanno sviluppato una società particolarmente evoluta. Noa vive infatti in una piccola comunità rurale. La specializzazione del suo clan è addestrare aquile, di cui rubano le uova per crescerle in modo che rispondano al canto delle scimmie. Questa comunità viene razziata dal vicino regno di Proximus Caesar. Gli aggressori cercano una giovane donna.

Riparte la saga del Pianeta delle scimmie con un netto salto temporale in avanti e però pure un villain e un protagonista troppo generici. L'ultimo atto apre prospettive interessanti per il futuro, ma ci arriva con fatica. Due ore e venti minuti, costellati di luoghi comuni, di simbologie fin troppo trasparenti e di dialoghi stentati.

Wes Ball realizza alcune buone sequenze spettacolari e le città ridotte ad antiche rovine coperte di vegetazione sono uno scenario affascinante. Non sempre la logica degli eventi è però convincente, ci sono le tipiche scorciatoie del cinema avventuroso e pure qualche drammatizzazione di troppo
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